Luglio 02 2021

Fuori da ogni norma estetica e convenzionale

FluidFace di Giulia Marangoni

Bentornata in questa intervista Giulia, da poco hai terminato il percorso accademico in FAA e sei diventata Make Up Artist. Prima di presentarci la tua creazione “Fluidface” ci piacerebbe conoscere il tuo stato d’animo, nella scorsa intervista eri ancora una studentessa.

Ho concluso da poche settimane il mio percorso presso FAA, che voglio innanzitutto ringraziare per il bagaglio culturale, artistico e umano di cui ho potuto far tesoro in questi mesi. Il mio stato d’animo è caratterizzato sicuramente dalla voglia impaziente di buttarmi su qualche progetto creativo iniziando con il percorso di stage sui set.

Torniamo ora a “Fluidface” la tua opera di rivisitazione con tema 900, vuoi raccontarla ai lettori del blog?

La mia attenzione si è soffermata sulla Corrente Artistica del 900 chiamata Art Brut o anche Arte Grezza o Spontanea, nata dal pittore francese Jean Dubuffet nel 1945. Nello specifico l’opera a cui faccio riferimento è Art Brut n. 26 Pittura da Jean Pierre Vanhonsebrouck.

L’Art Brut è unica nel suo genere perché nasce come corrente artistica in controtendenza rispetto ai canoni contemporanei di quell’epoca, infatti i quadri venivano realizzati da non professionisti, da autodidatti, da psicotici, persone rinchiuse in strutture per la sanità mentale e fuori da ogni norma estetica e convenzionale.

Il punto di partenza per la mia Opera è stato appunto lo studio del quadro riportato in precedenza, mi sono lasciata catturare in primis dalle forme “ovali” dei volti, molto chiare ed espressive, con colori accesi, ben definiti e d’impatto, successivamente a questo ho visto e sentito chiaramente il sentimento che esse esprimevano, un sentimento quasi di sfogo, di rabbia repressa, di voglia di manifestare se stessi per quello che erano, soppressi da quella società e spesso anche maltrattati da strutture sanitarie non adeguate, trattati come reietti, bestie da macello ed emarginati.

La maschera quindi è la trasposizione materiale di quei volti dipinti, enfatizzata nella bocca e negli occhi per alterare consapevolmente un viso che necessita di diventare deforme ricordandoci lo stato mentale degli artisti di quella corrente e di quello che hanno vissuto.

Questa maschera poi ha un altra caratteristica ben chiara, non aderisce al viso secondo standard di genere definito. Ho voluto annullare qualsiasi tipo di influenza, cercando di renderla senza razza, senza età e senza orientamento sessuale così da contestualizzarla alla nostra epoca Gender Fluid.

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