La scorsa domenica sono andata in un mercatino che la popolazione ama definire vintage.
Puoi trovare di tutto: dai vecchi Rayban Aviator con le lenti graffiate alla Pentax 1000 con l’otturatore mal funzionante.
Mi sono fermata davanti ad uno stand che aveva dei vecchi poster, ho iniziato a sfogliarli e ho avuto la sensazione di guardare un album di famiglia. “Queste persone le ho già viste! Ah! Ma lei non è quella donna con il tubino nero che fuma quella lunga sigaretta?”, mi sono detta.
La sera sono tornata a casa e dopo aver cenato ho acceso il mio pc e ho iniziato a guardare il film preferito di Blair Waldorf di Gossip Girl: Colazione da Tiffany.
Consapevoli o no, siamo immersi in un immaginario collettivo rappresentato da persone e figure del passato che, in modi diversi, sono diventate icone del nostro tempo e che, parallelamente, ci aiutano a guardare il futuro. Tutti ne fanno parte perché tutti, in fondo, hanno un “maglioncino effettivamente color ceruleo” preso in un grande magazzino nel reparto delle occasioni.
Quello che non sappiamo è che, nel momento in cui qualcuno o qualcosa viene venduto in un grande magazzino o in un mercatino vintage diventa, anche inconsapevolmente, parte integrante di un sistema.
L’icona però è un’altra cosa, ha un altro valore: è capace di influenzarci, di farci ricordare o anche solo immaginare un momento che non abbiamo mai vissuto.
Per definizione un’icona è una figura o personaggio emblematici di un’epoca, di un genere, di un ambiente. L’icona, in questo senso, è un punto di riferimento di un determinato contesto storico e culturale. Parliamo quindi di personaggi o figure che, in qualche modo sono riuscite, con un discorso, un film o anche solo indossando un abito, ad incarnare pienamente una un modo di vivere comune, un’intera società in un determinato periodo.
Fortunatamente di icone ne abbiamo tante: Charlie Chaplin con i suoi personaggi ironico – malinconici ci racconta un uomo meccanico e disumanizzato; David Bowie ci ha fatto capire che la musica è talmente importante da riuscire ad influenzare un’intera generazione.
Nella moda le icone sono pilastri senza la quale non potremmo né ricordare il passato né inventare il futuro. Ce lo ricorda Donatella Versace quando, per la collezione primavera / estate 2018, durante la Milano Fashion Week, omaggia il fratello Gianni chiamando a sfilare le sue top model anni ’90 Naomi Campbell, Carla Bruni, Cindy Crawford, Claudia Schiffer ed Helena Christensen.
ICONE DI STILE, DA SEMPRE, PER SEMPRE
Come detto, di icone ce ne sono tante e i settori non sono così delineati da poter circoscrivere un un personaggio solo nel settore moda o nel settore musicale o cinematografico. Quello che possiamo fare è prestare attenzione a non utilizzare in maniera scorretta il termine.
Ne abbiamo individuate 5:
Audrey Hepburn: Icona anni ’50, famosa attrice protagonista di film ormai cult come Colazione da Tiffany, My Fair Lady e Vacanze Romane. Gli anni ’50 segnano una rivoluzione femminile fatta di minigonne e ballerine. L’attrice di collezione da Tiffany in questo senso incarna l’idea di una nuova donna libera: una donna a cui non servono necessariamente i tacchi per trasmettere classe e femminilità.
Marilyn Monroe: Forse l’icona più “iconica” della cultura di massa, ritratta e rappresentata in ogni forma d’arte. Famosa tanto per la sua vita tanto per la sua morte prematura.
Modella, cantante e attrice, Marilyn rimane ancora oggi fonte di ispirazione e rivisitazione.
Brigitte Bardot: modella e attrice, la sua scollatura è ormai famosa come lo stesso bikini. E’ ancora oggi fonte di ispirazione nella musica, nell’arte e nella moda.
Coco Chanel: Nonostante gli anni, il suo stile e la sua grinta rimangono vivi nella memoria collettiva. La stilista più famosa al mondo è famosa, tra le altre cose, per la creazione del tailleur e per l’introduzione del tessuto jersey.
Madonna: Regina del Pop italo statunitense, Madonna è passata alla storia per essere una cantante “out of the box” e per i suoi look per quegli anni trasgressivi. Vogue, Like a Virgin, Frozen e la Isla Bonita sono diventate oggi canzoni cult che hanno fatto la storia della musica pop, entrando nell’immaginario collettivo, dalla generazione X alla generazione Z.
FIGURE OGGI, ICONE DOMANI
Icona non si diventa durante ma dopo, quando qualcuno si guarda indietro e riconosce una figura che ha lasciato un segno nel mondo. Quindi i personaggi di oggi non sono icone, non ora almeno e non tutti.
Chiara Ferragni: Regina dei social e “ imprenditrice digitale” per eccellenza, l’influencer più amata al mondo rappresenta alla perfezione, non solo la generazione degli iperconnessi ma un modo di vivere digitale mai visto prima. Diventerà un’icona? Probabilmente si, e questo perché lei già oggi incarna esattamente la nostra società.
Lady Gaga: Simbolo pop degli anni 2000, la cantante più famosa al mondo, con la sua musica è riuscita ad uscire dal contesto musicale, sconfinando nel cinema, nelle serie tv e nel lifestyle. Un’artista a 360 gradi che fa parlare di sé sempre e comunque.
Iris Arpef: Interior designer ultranovantenne, Iris è riconosciuta come un simbolo di stile. Le più importanti riviste di moda e lifestyle l’hanno immortalata con i suoi look forti e e particolari, rapportati alla sua età.
Il concetto di icona, concludendo, varia in base a quelle che sono le esigenze della società. Oggi abbiamo bisogno di una Marylin Monroe per ricordarci che la fisicità e la bellezza sono concetti dinamici. Avremo bisogno un giorno di Chiara Ferragni per capire che il mondo si muove velocemente e che esiste una “coda lunga” per cui tutti hanno le medesime possibilità perché forse, un giorno, i mezzi di comunicazione saranno più democratici di oggi.
Dunque le nostre figure iconiche sono costrutti mentali e sociali, rinchiusi nella nostra caverna platonica, che un giorno usciranno insieme a noi, dando un volto a quelli che sono stati cambiamenti e modi di vivere nuovi e diversi.